L’ingresso dei Franchi in Italia e il consolidamento del ruolo dello Stato Pontificio alla vigilia del Mille furono i fattori decisivi per una fase di stabilità futura. In questo periodo, nelle città sorse e si diffuse – in contrasto con i numerosi possedimenti feudali e castelli ancestrali – lo stile “romanico”, quale primo vero stile architettonico monumentale dell’Occidente cristiano. La nuova architettura assume un forte orientamento religioso e la basilica romanica diventa un nuovo simbolo di unificazione sociale e culturale. Questo stile sta lentamente iniziando ad affermarsi in Italia come primo segno impressionante di una chiara volontà di rinascita civile e religiosa. La Lombardia, prima dei Longobardi e poi dei Carolingi, diventa la principale “bottega” del romanico italiano (Milano, Como, Pavia). Segue Roma: la Chiesa di Santa Maria in Araceli, la Chiesa dei Santi Dodici Apostoli, la Chiesa di San Martino ai Monti e altre città: Modena, Parma, Ferrara, Lucca, Pisa. Lo stile romanico diventa particolarmente incantevole nelle zone dove acquista la loro impronta caratteristica: il Romano-Pisano, le cui forme verranno discusse più avanti, il Romano-Pugliese – la Basilica di San Nicola (San Nicola a Bari, dove, secondo secondo la leggenda sono custodite le reliquie del santo) e le cattedrali di Ruvo di Puglia, Bitonto, Bitento, Trani. Con l’inizio del secondo millennio, con la costruzione di nuove città sul suolo italiano, inizia una nuova tappa. Spesso sono costruiti sui siti di antiche città romane, acquisendo forme e scopi completamente diversi. Compaiono ospedali, istituti scolastici, laboratori artigianali, negozi di pittura, mercati, si tengono tornei cavallereschi, ecc. Nelle zone rurali, gli agricoltori utilizzano nuovi metodi di lavoro (mulini ad acqua, per arare la terra, buoi e cavalli vengono imbrigliati a coppie). Città di mare: Venezia, Genova, Pisa, Amalfi per controllare il Mar Mediterraneo nei secoli XI e XII, espandono la loro influenza nel traffico marittimo. Floating Venice diventa il primo esempio concreto di “città libera” con la sua struttura istituzionale e amministrativa, dividendola in “contrades” (quartieri), e un vero e proprio porto-darsena per l’Impero Romano d’Oriente. Competere con Venezia è Amalfi (Campania) – la più antica delle 4 Repubbliche Marinare del Medioevo italiano, che ha pubblicato le “Tavole Amalfitane” (“Tavole Amalfi”) – il famoso codice del diritto del mare, diventato universalmente riconosciuto in tutto il Mediterraneo. La vitalità di Pisa, primo libero comune, divenuto poi Repubblica oligarchica, è ancora maggiore: il suo ruolo nella vita economica e culturale diventa così grande da dar vita a uno stile architettonico “Pisa-Romano” indipendente, che viene trasferito a zone così lontane della sua influenza come la Gallura (Sardegna).
Negli ultimi anni in Italia si è intensificato il dibattito sulla possibilità e la necessità di ricostruire i numerosi monumenti architettonici di cui il Paese è così ricco. Lasciare i siti archeologici, anche quelli distrutti dal tempo, nello stato in cui si trovano o ripristinare il loro aspetto originario? In particolare, viene considerato un ambizioso progetto dell’architetto italiano Carlo Aimonino (nato nel 1946), che prevede il restauro del Colosseo romano.
Molte sono le basiliche pisano-romaniche sparse nelle campagne della zona. Non sono affatto una manifestazione del dominio di Pisa, ma una testimonianza sopravvissuta della sua cultura. Genova conserva la sua superiorità nei mari da più tempo. Eliminando il pericolo dell’attacco saraceno, la comunità genovese si trasforma in libero comune e sviluppa le incommensurabili potenzialità commerciali del territorio del bacino del Po e dell’entroterra, noto per la sua ricca terra agricola, i mercati, il commercio e l’arte artigiana. Allo stesso tempo, vi crea insediamenti religiosi, abbazie e monasteri. E il geniale navigatore genovese Cristoforo Colombo (1451-1506) traccia la rotta per l’America.