La lingua italiana diventa una lingua letteraria relativamente tardi (dopo il 1250): altre lingue neolatine erano state isolate quasi due secoli prima. Questo fenomeno si spiega con la persistenza della tradizione latina in Italia. In nessun altro luogo il latino è stato così tenace, in nessun altro luogo ha avuto un uso così diffuso come in Italia. Le scuole furono il focolaio della conoscenza della lingua latina in Italia, la cui esistenza non si fermò qui né in epoca gotica né in quella lombarda.
Erano di natura relativamente laica e pratica: furono compilate linee guida pratiche per la scrittura in latino (Ars dictaminis di Alberich o Breviarium de dictamine con Monte Cassino), più attenzione fu prestata allo sviluppo dello stile e della retorica che alla conoscenza grammaticale della lingua. I latinisti tedeschi conoscevano la lingua più chiaramente, mentre gli italiani si accontentavano di assimilarla in una forma barbara. Questa lingua latina comune si rifletteva in una serie di opere: la poesia “About Milan”, “The Song of the Soldiers of the City of Modema” (924), la poesia “On the capture of two saracen city in Africa by the Genoese e Pisani “(1088), il poema sulla” Guerra delle Baleari “(1115),” Elogio di Bergamo “,” Retoromachia “di Anselm Peripatetics,” Vita di Gr. Matilda “(+ 1115) Donizon, trattato didattico:” Elegia de diversitate fortunae “di Enrico di Septimella (+ 1192).
La vitalità delle memorie classiche e la capacità di trasformarle in una nuova forma si riflettevano non solo nella lingua.Il famoso Monastero di Monte Cassino, costruito da S. Benedetto sul luogo dei culti di Apollo e Venere, nei pressi di Arpinum, città natale di Cicerone e Villa Ter. Varrone, divenne un rifugio per gli amanti dell’antichità antica. I monaci benedettini hanno portato questo amore in altri paesi. Inoltre, l’Italia era piena di ricordi degli antichi, rielaborati in chiave cristiana.
Molte leggende sono state associate ai resti di antiche architetture e architetture. Particolarmente interessanti sono le leggende sui giusti pagani: su Catone, Traiano, Virgilio. L’emergere di una nuova letteratura nazionale fu ritardata anche dal fatto che l’Italia aveva per lungo tempo perso la sua unità politica e con essa la sua identità nazionale. Nei secoli XII e XIII. centri letterari indipendenti iniziarono a formarsi in diverse parti d’Italia.