L’accumulo di vari elementi educativi “doveva riflettersi negli ambiti accessibili alla loro influenza con una forte fermentazione di pensiero liberatorio e critico. Profonde questioni di dubbio filosofico e religioso affondarono nell’anima di Federico II; su di essi corrispondeva allo studioso arabo Ibn Sabin … Il suo ideale è l’ideale del califfato cristiano; ma i suoi augustali dorati espongono il gusto dell’antik, sconosciuto agli artisti del nord. Attorno a lui si raccolgono poeti, imitatori di trovatori, che cantano per la prima volta in italiano. Era un’espressione letteraria dell’identità italiana. Federico II partecipa alla sua organizzazione e compone lui stesso canzoni di supremo amore. Il centro è stato trovato: alla sua corte, dove sono stati disegnati poeti di altre regioni d’Italia, è nata la poesia lirica italiana ”.
Le liriche italiane della cosiddetta “scuola siciliana” non brillano di originalità. Le canzoni di Pierre della Vigna, dello stesso Friedrich, del figlio Enzio, Guido e Odo delle Colonne, Giacomo Lentini e altri non sono altro che un’imitazione fredda e servile dei poeti di Provenza. Solo dalle poesie di Giacomo Pugliese e Odo delle Colonne si respira vita e verità vera. Separatamente si erge “Contrasto”, Chullo d’Alcamo. Ecco una conversazione tra una ragazza e un giovane che cercano il suo amore; la ragazza cerca di respingerla con vari motivi, ma la faccenda finisce con la completa fortuna dell’amante (Contrasto significa dialogo, disputa). Questa forma, indubbiamente di origine popolare, era molto comune nel Medioevo; questi sono: “Controversia tra inverno ed estate”, “Controversia tra anima e corpo”, “Controversia tra una bruna e una bionda”, “Frivolo e saggio” e altri.
Il lavoro di Chullo ricorda in parte i vecchi pastorali francesi. Ha evocato molte interpretazioni diverse: alcuni sono inclini a vedere in essa un’opera puramente popolare, un residuo di una poesia lirica italiana indipendente; altri, al contrario, lo considerano imitativo e appartenente alla “scuola siciliana”. È scritto in siciliano, con latinismi e provenzalismi. La Scuola Siciliana ha aperto la strada alla formazione della lingua italiana letteraria e ha sviluppato i principali tipi di poesia lirica italiana: la canzona e il sonetto.
Canzona corrisponde alla stessa forma in francese. testi (chanson, prov. canzo). Fin dall’inizio, la canzona italiana era la stessa di quella del Petrarca, cioè a quel tempo la sua forma di undici e sette piedi era già nota. Il sonetto è, a rigor di termini, un estratto dalla canzona. I provenzali chiamavano tali commedie “strofe frammentarie” (coblas esparsas) e spesso le utilizzavano per commedie moralistiche. Nella scuola siciliana questa forma è ancora rara.